venerdì 1 ottobre 2010

Viva i Newyorkesi!

Ritornare dalla Grande Mela fa un effetto strano: e non solo perché bisogna assorbire sei ore di fuso orario. New York è una porzione di mondo a se stante. Ci sono molti luoghi comuni che riguardano questa città ma quando poi hai effettivamente la possibilità di viverla ti accorgi che i luoghi più che comuni sono l'esatto opposto. Così scopri che a dispetto dell'importanza della città e della varietà di persone che la popolano (oltre che alla quantità), NY è accogliente. Tu immagini che in una città con poca storia, con tante origini, con tanti turisti, non ci sia un'identità del cittadine NYrkese, non ci sia un modo di fare/vivere/comportarsi comune. Ti immagini la NY degli Inglesi, dei Cinesi, degli Italiani, degli Afro-Americani, degli Ispanici... e pensi un luogo freddo, spersonalizzato. Invece no. La verità è che i NYrkesi sono un bel popolo! Socievole, disponibile, umano, educato e attento alle persone, rispettoso delle regole e con molto senso civico.

Abbiamo solo da imparare da queste persone che non buttano le cicche a terra o ti chiedono se hai bisogno di aiuto solo vedendoti armeggiare con una mappa della metropolitana o della città. Nonostante le molte auto che girano per le strade chi guida è sempre rispettoso dei pedoni, anche col semaforo verde. Le strade sono pulite perché le puliscono e perché non le sporcano. I bagni dei locali sono sempre accessibili e puliti. E le persone che ti ricevono nutrono un massimo rispetto per i clienti: insomma non ti senti come qualcuno che porta i soldi e basta quando entri in un ristorante o un bar. Ti senti appunto "servito". Senti che fanno qualcosa per il piacere di farlo. E la cultura della mancia che prima non capivo adesso mi è +chiara: Loro la vedono come un riconoscimento alla loro professionalità e disponibilità. Un "bravo" non solo di facciata, ma concreto!

Mi piace poi il loro senso pratico e la capacità di adattarsi alle situazioni senza badare troppo all'immagine: le ragazze che fanno lavori che richiedono ad esempio l'abito elegante non esitano a togliere i tacchi e a mettere l'infradito nella pausa pranzo o mentre si recano a prendere la subway per tornare a casa. Così come nei numerosi piccoli e grandi parchi che popolano la città non è per niente raro vedere uomini in giacca e cravatta giocare a pallavolo o basket nella pausa pranzo. Anche a due passi da wall street!

Inevitabile per me fare il paragone con l'Italia. Popolo invece che si sta spersonalizzando e sta rinunciando alle caratteristiche per cui siamo famosi nel mondo a favore dell'individualismo, e della ricerca dell'apparire. Le città Italiane sembrano fredde metropoli industriali. Non si parla se non ci si conosce, non ci si dice buongiorno, non si fa niente che non sia necessario.

Insomma... siamo proprio cambiati. E in qualche modo negli abitanti di Manhattan e dintorni ho ritrovato quello che mi piacerebbe che noi fossimo, che forse eravamo... Come gli Italiani che sono a NY che continuano ad essere Italiani.